Comune di Castiglion Fibocchi
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Un Borgo Incantato tra Storia, Tradizione e… Felini!
Le case di pietra si stringono le une alle altre, i vicoli sono silenziosi, le fonti scorrono ancora. Non ci sono negozi, non ci sono bar. Solo la voce del vento e la presenza discreta di chi ha scelto di vivere qui. Il nome, già di per sé curioso, racconta molto: “Gello” deriva forse dal latino cellula, che indicava un insediamento monastico. “Biscardo” è un soprannome popolare, forse legato a un personaggio eccentrico del passato, forse a un’intera comunità.
Benvenuti a Gello Biscardo, un pittoresco borgo adagiato dolcemente sulle colline toscane, a 489 metri di altitudine. Come il suo capoluogo, anche questo gioiello fu un tempo nelle mani dei potenti Conti Guidi, condividendone poi le sorti fino all'annessione alla Repubblica Fiorentina. Per arrivarci bisogna salire lentamente da Castiglion Fibocchi lungo una strada che si snoda tra campi, querce e castagni. La salita sembra accompagnare il passaggio verso un’altra dimensione: più silenziosa, più essenziale, più vera. Appena si entra nel borgo, tutto rallenta.
Salendo verso monte, non perdete l'occasione di ammirare "Casa al Fini", un edificio che custodisce gelosamente le vestigia di un'antica chiesa, forse dedicata a San Giovanni, e alcune tombe. La tradizione locale lo ricorda come "Gello Vecchio", suggerendo l'esistenza di un insediamento ancora più remoto dell'attuale. Si narra che proprio nel piccolo nucleo di "Casa Fini" si celi il primo battito di cuore dell'odierno villaggio.
Preparatevi a sorridere! Gello Biscardo è celebre per le affascinanti storie dei suoi "Matti". Gli abitanti, lungi dal vergognarsene, custodiscono con orgoglio la memoria di questi "estrosi concittadini". Ma qui la follia non è mancanza di senno: è libertà. A Gello, essere matti significa guardare il mondo da un’altra prospettiva, scegliere di vivere in modo semplice e profondo, fuori dalle logiche del consumo e della velocità.
I “matti di Gello” sono artisti, artigiani, poeti, contadini, viandanti, filosofi del bosco. Sono persone che hanno deciso di restare o di tornare, di abbandonare le città per ritrovare un senso diverso del tempo e dello spazio. Passeggiando tra le vie, potrete imbattervi in curiose tegole appese alle pareti, narranti le vicende, tra verità e fantasia, di questi singolari personaggi di un tempo indefinito. C'è chi sussurra di acque dalle proprietà inebrianti o di erbe dalle strane virtù, chi giura di aver visto la luna specchiarsi nel pozzo, chi ricorda un frate dalle profezie sorprendenti o bizzarri venditori di fiammiferi...
Ma Gello Biscardo non è solo folklore. Lasciatevi conquistare dalla quiete dei suoi oliveti e dalla piacevole armonia della sua architettura. Se sperate di incontrare "i Matti", sappiate che il tempo li ha portati altrove.
Nel Novecento, come molti borghi montani, Gello ha conosciuto lo spopolamento. Ma non si è mai spento del tutto. Qualcuno è rimasto, qualcuno è tornato, altri sono arrivati attratti da questo luogo fuori dal tempo. Non è una meta turistica nel senso tradizionale: è un piccolo mondo che si offre a chi sa guardare. Intorno partono sentieri e mulattiere che si inoltrano nel Pratomagno: si cammina tra castagneti, ruscelli, pascoli, si incontrano alberi secolari e cieli larghi.
Il paesaggio invita alla contemplazione, ma anche all’ascolto. E a Gello, il silenzio parla. Gello è diventato, nel tempo, anche un simbolo. Ne hanno scritto giornalisti, narratori, viaggiatori. Ma non è un luogo da fotografare e archiviare: è un’esperienza da vivere. Qui non si cerca il pittoresco, ma l’essenziale. Non ci sono attrazioni, ma ogni dettaglio è significativo. Quello che è sicuro è che troverete ad accogliervi una folta e affettuosa popolazione felina!
Nei documenti medievali, la località era conosciuta anche come Gello Giuscardo o Viscardi e ospitava un piccolo castello dipendente dagli Ubertini, difeso nel 1385 da un manipolo di 22-30 uomini. L'origine del nome "Biscardo" è ancora oggetto di dibattito: se "Gello" deriva inequivocabilmente dal latino "agellus" (piccolo campo), per "Biscardo" si contendono due ipotesi: una di origine germanica e l'altra che lo lega a "bis Carda", ovvero la seconda Carda, per distinguerlo da un altro possedimento della famiglia Ubertini.
Le origini medievali di Gello Biscardo affondano nel lontano 1300, periodo a cui risalgono i primi insediamenti accertati.
Dopo la parentesi sotto il dominio dei Conti Guidi, il borgo entrò a far parte della Repubblica Fiorentina nel 1384. Nel 1774, fu poi unito al Comune di Castiglion Fibocchi.
Fede e Comunità: Tracce del Passato
Antichi documenti, come il "Decimario Vaticano", testimoniano l'esistenza della chiesa di San Giovanni a Gello, tributaria della pieve di S. Quirico Sopra Arnum, di cui si possono ancora oggi ammirare i resti. Una visita pastorale del 1571 descriveva la chiesa in buone condizioni e una comunità di circa 100 anime. I resoconti successivi rivelano una crescita demografica, con 177 abitanti nel 1836 e 213 nel 1845, secondo il "Dizionario corografico della Toscana".
Nel 1906, in occasione di un'altra visita pastorale, si annotava la recente pulizia e restauro della chiesa, con una parrocchia di 255 abitanti. Purtroppo, a partire dal 1929, si registrò un lento declino demografico, accentuatosi con lo spopolamento della montagna, fino a raggiungere i soli 50 abitanti nel 1978.
Nonostante le vicissitudini del tempo, Gello Biscardo conserva intatto il suo fascino, invitandovi a scoprire un angolo di Toscana ricco di storia, tradizioni curiose e una serena bellezza. Lasciatevi conquistare dalla sua atmosfera unica!